la perla...

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mercoledì 5 dicembre 2012

ALBERI






Era circa un anno fa, 
qs periodo, 
la destinazione era la stessa, 
avevo preso il dvd di 
THE TREE OF LIFE 
per vederlo con te, 
alla fine l'hai visto da solo 
ma hai capito bene 
x' avrei voluto avere l'occasione 
di guardarlo insieme....
oggi siamo ancora qui, 
a distanza di un anno, 
e le mie parole 
che accompagnavano quel film 
sono sempre le stesse: 

"L'ALBERO DELLA VITA 
HA RADICI 
PROFONDE 
E COME LE NOSTRE 
S'INTRECCIANO 
DA PRIMA 
CHE LO SCOPRISSIMO 
NOI"



4 commenti:

  1. Forse è per questo che amo i Baobab.

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    1. Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza sul viaggio. Veniva da sé, per qualche riflessione.
      Fu cosi che al terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
      Anche questa volta fu merito della pecora, perché bruscamete il piccolo principe mi interrogò, come preso da un grave dubbio:
      “E proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?”
      “Si, vero”.
      “Ah! Sono contento”.
      Non capii perché era cosi importante che le pecore mangiassero gli arbusti. Ma il piccolo principe continuò:
      “Allora mangiano anche i baobab?”
      Feci osserare al piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi come chiese e che se anche avesse portato con sé una mandria di elefanti, non sarebbe venuto a capo di un solo baobab.
      L’idea della mandria di elefanti fece ridere il piccolo principe:
      “Bisognerebbe metterli gli uni su gli altri…”
      Ma osservò saggiamente:
      “I baobab prima di diventare grandi cominciano con l’essere piccoli”.
      “E esatto! Ma perché vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?”
      “Be’ ! Si capisce”, mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente. E mi ci volle un grande sforzo d’intelligenza per capire da solo questo problema.
      Infatti, sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all’uno o all’ altro pigli la fantasia di risvegliarsi. Allora si stira, e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo. Se si tratta di un ramoscello di ravanello o di rosaio, si puo lasciarlo spuntare come vuole.
      Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si e riconosciuta. C’erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi dei baobab. Il suolo ne era infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce piu a sbarazzarsene. Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue ragici. E se il pianeta e troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.
      “E una questione di disciplina”, mi diceva piu tardi il piccolo principe. “Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab apena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. E ‘un lavoro molto noioso, ma facile”.
      E un giorno mi consigliò di fare un bel disegno per far entrare bene questa idea nella testa dei bambini del mio paese.
      “Se un giorno viaggeranno”, mi diceva, “questo consiglio gli potrà servire. Qualche volta e senza inconvenienti rimettere a piu tardi il proprio lavoro. Ma se si tratta dei baobab è sempre una catastrofe. Ho conosciuto un pianeta abitato da un pigro. Aveva trascurato tre arbusti…”
      E sull’indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta. Non mi piace prendere il tono moralista. Ma il pericolo dei baobab è cosi poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse su un asteroide, così gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione.
      E dico: “Bambini! Fate attenzione ai baobab!” E per avvertire i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso, senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno. La lezione che davo, giustificava la fatica. Voi mi domanderete forse: Perché non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi come quello dei baobab? La risposta e molto semplice: Ho cercato di farne uno, non ci sono riuscito. Quando ho disegnato i baobab ero animato da sentimento dell’urgenza." Il piccolo principe

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  2. Ueh che complicata, no è molto più semplice …

    <>

    E quindi ritornando al tuo messaggio, volevo semplicemente dire che se fossero stati due Baobab e non ciliegi i rami si sarebbero toccati alla luce del sole e verso il cielo, è la prospettiva che è diversa, d’altronde per analogia sto cacchio di pecora del piccolo principe può essere libera ma solo con la museruola, le spine della rosa non servono a nulla e i Baobab vanno soppressi :D … che palle sto principe (wasntme)

    Io ho conosciuto quest’albero in Africa, mi ha sempre colpito e mi è piaciuto al primo istante, soprattutto perché sotto ai suoi rami si riunisce il villaggio, è l’albero della convivialità della gioia e gli Africani mi raccontavano che solo i saggi possano arrampicarsi ai sui rami, poi ho scoperto che ha un sacco di proprietà, te le scrivo, giusto per onore di cronaca … un Bacio … tuo solare Anonimo …

    Albero simbolo dell’Africa, viene soprannominato “il gigante buono” per via degli innumerevoli doni che rende agli uomini. La polpa dei suoi frutti ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche ed è particolarmente ricca di vitamina C, di calcio e di fibre probiotiche. Il baobab è una pianta pantropicale appartenente alla famiglia delle Bombacacee originaria dell’Africa centrale, in particolare nelle zone sahariane del Mali, successivamente diffusasi in varie regioni del mondo con clima tropicale. Per il suo aspetto imponente è l’albero simbolo della savana africana. Il fusto, di forma cilindrica o conica, porta un’ampia chioma e a petto d’uomo raggiunge una circonferenza di 10 metri, eccezionalmente anche di 15 metri. È un albero particolarmente longevo, che facilmente supera i 500 anni e di cui si conoscono esemplari che hanno raggiunto la veneranda età di 5000 anni! Durante la stagione secca la chioma perde le foglie ed assume un caratteristico aspetto di albero capovolto, dalle radici insù. In questo modo evita un’eccessiva traspirazione, riuscendo così a superare senza problemi anche lunghi periodi di siccità, sfruttando le notevoli quantità di acqua che immagazzina grazie al suo legno poroso. Quando però arriva il periodo delle piogge, la chioma si carica di grandi foglie: le prime a formarsi sono semplici, seguite successivamente da foglie digitate, che possono raggiungere i 20 cm di diametro. I fiori del Baobab sono bianchi e compaiono dopo le prime piogge, assieme alle foglie. Sono di notevoli dimensioni (la corolla è larga dai 15 ai 20 cm) e vengono impollinati dai pipistrelli. I frutti sono di forma ovoidale, lunghi da 7 a 55 cm e larghi da 7 a 20 cm. Sono protetti da un guscio legnoso e ricoperti da una peluria giallognola o verdastra. La polpa matura ha una consistenza gessosa e contiene molteplici semi, approssimativamente lunghi 10 mm. La loro abbondanza ha probabilmente dato il nome comune alla pianta che deriverebbe dall’arabo bu hiba, ovvero “frutto dai molteplici semi”. Le radici giovani sono tuberose, da adulte diventano molto lunghe e resistenti, permettendo all’albero di approvvigionarsi di acqua anche in annate molto secche e di sopravvivere a forti cicloni. Per molti popoli africani il Baobab rappresenta innanzitutto un albero sacro, che viene considerato cosmico, perché si crede che tragga le sue forze dal cielo. Praticamente tutte le parti del Baobab vengono utilizzate nella medicina tradizionale, nell’alimentazione o per altri scopi. In Africa è di tale importanza per le sue doti farmacologiche da essere comunemente soprannominato “l’albero farmacista”.

    Last but not at least ho considerato anche i tempi del BaoBab ... :D :***

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    1. Qnd mi hai parlato del baobab la prima volta ti ho parlato della canzone di Celentano, ricordi? Azzurroooooo
      Cerco un po' d'Africa in giardino,
      tra l'oleandro e il baobab,
      come facevo da bambino,
      ma qui c'è gente, non si può più,
      stanno innaffiando le tue rose,
      non c'è il leone, chissà dov'è...
      Azzurroooooo
      Poi mi è tornata in mente quella parte del libro del pp di cui xò ti ho già spiegato...le informazione su qs pianta le ho lette anch'io in internet e mi aveva colpito che venisse chiamato albero dei mille anni, ma se l'avessi scritto ti avrei offerto il fianco :DDDD e direi che al riguardo ho già dato :P io cmq ho parlato di ALMENO dieci anni.... beh effettivamente a ben vedere 1000 anni solo almeno dieci anni, diciamo che potrebbero essere ricompresi!!!!
      Ti abbraccio Mio Anonimo Solare preferito, ed attento alle aquile in alta quota, nn vorrei bucassero la mongolfiera :P

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