la perla...

la perla...

lunedì 31 ottobre 2011

RAZIONALE


...è da stamattina che ci penso, ho anche cercato la definizione, ho provato a dirmi che x l'ennesima volta in fondo c'è un perché, il mio lato razionale lo chiede, lo pretende, ma è inutile, si sta piegando sotto il peso dell'evidenza, dei continui messaggi, delle continue coincidenze casuali, dei momenti in cui restiamo solo con un mah! e non aggiungiamo altro...se ci provassimo saremmo un fiume in piena, che rischierebbe di travolgere tutto, e non è quello che vogliamo, ora...nonostante tutto vada in una sola direzione, l'unica che abbia un senso.

venerdì 28 ottobre 2011

QUANTI DI NOI...


...HANNO VERAMENTE CAPITO 
IL SENSO DELLA PAROLA AMORE, 
QUANTI SANNO VERAMENTE 
AMARE?!....
AVERE IL CORAGGIO 
DI SAPERSI METTERE 
IN DISCUSSIONE 
OGNI GIORNO...
"....che cosa significa amare? Che cos'é l’amore a cui si impegnano vicendevolmente? Amare una persona non significa, almeno non primariamente, provare trasporto verso di essa, avvertirne il fascino, esserne emotivamente attratti, «stare bene insieme». L’amore è accompagnato sovente dal sentimento, dal fascino, dallo stare bene insieme, ma non coincide con il sentimento (che pure è importante), col fascino e con lo stare bene insieme. Il greco e non cristiano Aristotele già nel IV sec. a.C. ha spiegato che l’amore è un atto della volontà, che amare significa volere il bene dell’altro (cfr. Retorica 2,4). Dire «ti voglio bene» significa cioè «io voglio il tuo bene», cioè io desidero il tuo bene, cerco di realizzare il tuo bene, di procurarlo, di favorirlo. Non solo, ma amare una persona significa amarla nella sua identità, cioè amare il suo io, che è unico e irripetibile, amarla per ciò che è in modo irripetibile, non per delle caratteristiche che anche altre persone possono avere, Amare veramente una persona non significa tendere verso la sua simpatia, bellezza, ricchezza... chi ama la simpatia, bellezza, ricchezza di una persona, in realtà non sta amando quella persona, ma sta amando se stesso e, consapevolmente o inconsapevolmente, sta usando l’altra persona per il proprio bene." Giacomo Samek Lodovici

...E ANCHE SE VOLERE 
IL BENE DELL'ALTRO 
NON SEMPRE COINCIDE 
CON IL NOSTRO STAR BENE...
MA ALLORA LO POTREMMO 
CHIAMARE SOLO 
EGOISMO...
SOTTILE  DIFFERENZA TRA
TRATTENERE
ED
APPARTENERE...

giovedì 27 ottobre 2011

BRECCIA


...riuscire ad entrare e spostare tutti quei massi, quei sassi, 
alcuni grossi ma tondi,  
altri piccoli ma appuntiti
...sedimentati col tempo, 
cementati dall'abitudine...
riuscire a tirarti fuori 
a forza dalla fortezza 
in cui ti nascondi
...ecco, questi sono i traguardi 
che è Bello raggiungere.

mercoledì 26 ottobre 2011

OLTRE IL SILENZIO



Mi hai chiesto come sta il blog, bene, ti ho risposto...ti ho anche spiegato il x' della dieta nei post, ti ho anche cercato di far capire altre cose, oltre i silenzi, a prescindere dal camino, indipendentemente dalla pioggia...non tutto ti è arrivato, capisco che non ti può sembrare giusto, ma se non ne parlo con te...con chi? Mi hai voluta nuda, ora ti tocca prendermi così, tutta, non puoi avermi solo a pezzetti, solo x quello che hai voglia di sentire, solo x quello che ti pare giusto...e poi chi dice cosa è giusto e cosa è sbagliato? I miei colori sono tanti, lo sai da sempre, puoi metterti gli occhiali se alcuni ti abbagliano troppo, ma non puoi più chiudere gli occhi, passerebbero attraverso le palpebre, e poi quando chiudi gli occhi, io lo so che ti si presentano davanti i miei occhi...succede così anche a me, quindi...cmq sto bene, te l'ho detto, una quiete anomala, ma io lo so che qs è solo uno standby, un proiettarsi in avanti di un mese, del resto, come hai detto tu, quello che ci sta nel mezzo, al momento, poco interessante.

venerdì 21 ottobre 2011

E CONTINUIAMO A CHIAMARLO "CASO"...


A volte le cose, gli avvenimenti, 
sembrano accadere per caso, 
ma il caso non è mai casuale, 
è li che ti aspetta a modo suo. 
Vuol dire che alle volte 
il caso aspetta proprio 
te 
e non per caso, 
ma per destino 
appare come caso. 
Cogli il positivo che il caso 
per destino 
ti offre.
(ALESSANDRO BARICCO)

...Vivrò il "caso" con intensità, 
come tutti i giorni meritano, 
a volte però vorrei interpretarli 
fino in fondo qs messaggi, 
perchè tali sono, 
non può essere diversamente
...e se lasciassimo fare al "caso", 
avremmo già reso conto di tante cose...
e forse non ci spiacerebbe 
nemmeno troppo...
....forse....

martedì 18 ottobre 2011

QUESTA CANZONE




...questo è il mio ferro e fuoco, 
la mia manna ed il miele...

lunedì 17 ottobre 2011

LA MONTAGNA

"Manuale per scalare le montagne " 



di Paulo Coelho


  • Scegli la montagna che desideri scalare: non lasciarti trascinare dai commenti degli altri, che dicono “quella è più bella”, o “questa è più facile”. Spenderai molta energia e molto entusiasmo per raggiungere il tuo obiettivo, quindi l’unico responsabile sei tu, e devi essere sicuro di ciò che fai.
  • Sappi come arrivare davanti alla montagna: molte volte, si vede la montagna da lontano – è bella, interessante, piena di sfide. Ma che succede quando tentiamo di arrivarci? Le strade le girano intorno, ci sono foreste fra te e il tuo obiettivo, quello che sulla mappa appare chiaro, nella vita reale è difficile. Quindi, tenta tutte le strade e tutti i sentieri, fino a che un giorno ti troverai davanti alla vetta che intendi raggiungere.
  • Apprendi da chi ha già fatto quel percorso: per quanto tu ti ritenga unico, c’è sempre qualcuno che ha avuto lo stesso sogno prima e ha finito per lasciare alcuni segnali che possono facilitarti nel cammino: luoghi dove legare la corda, viottoli, rami spezzati che facilitano la marcia. La camminata appartiene a te, e anche la responsabilità, ma non dimenticare che l’esperienza altrui è di grande aiuto.
  • I pericoli, visti da vicino, sono controllabili: quando cominci a salire sulla montagna dei tuoi sogni, presta attenzione all’ambiente circostante. Ci sono precipizi, è ovvio. Ci sono crepe quasi impercettibili. Ci sono rocce talmente levigate dalle tempeste che con il ghiaccio diventano scivolose. Ma se ogni volta saprai dove stai mettendo il piede, noterai le trappole e saprai aggirarle.
  • Il paesaggio cambia, quindi goditelo: sicuramente è necessario avere un obiettivo in mente, cioè arrivare alla cima. Ma, via via che si sale, si possono vedere altre cose, e non costa niente fermarsi di tanto in tanto e godersi un po’ il panorama circostante. Ad ogni metro conquistato, puoi vedere un po’ più lontano, e dunque approfittane per scoprire cose di cui non ti eri accorto.
  • Rispetta il tuo corpo: soltanto chi dà al corpo l’attenzione che esso merita riesce a scalare una montagna. Tu disponi di tutto il tempo che la vita ti dà, quindi cammina senza pretendere ciò che non può essere dato. Se procederai troppo in fretta, ti stancherai e rinuncerai a metà. Se procederai troppo lentamente, potrebbe calare la notte e tu sarai perduto. Goditi il paesaggio, approfitta dell’acqua delle sorgenti e dei frutti che la natura ti dà generosamente, ma continua a camminare.
  • Rispetta la tua anima: non continuare a ripeterti “ce la farò”. La tua anima lo sa, ciò di cui ha bisogno è usare la lunga camminata per poter crescere, estendersi sull’orizzonte e raggiungere il cielo. Una ossessione non è di alcun aiuto nel perseguimento dell’obiettivo e finisce per annullare il piacere della scalata. Ma attenzione: non continuare neppure a ripeterti “è più difficile di quanto pensassi”, perché questo ti farà perdere la forza interiore.
  • Preparati a percorrere un chilometro in più: il percorso fino alla cima della montagna è sempre maggiore di quanto tu pensi. Non sbagliarti, arriva sempre il momento in cui ciò che sembrava vicino è ancora molto lontano. Ma se sarai preparato ad andare oltre, questo non costituirà un problema.
  • Gioisci quando arrivi sulla sommità: piangi, batti le mani, urla ai quattro venti che ce l’hai fatta, lascia che il vento lassù in cima (perché lassù in cima è sempre ventoso) purifichi la tua mente, rinfreschi i tuoi piedi sudati e stanchi, ti apra gli occhi, ripulisca il tuo cuore dalla polvere. Che bello, ciò che prima era solo un sogno, un panorama lontano, ora fa parte della tua vita, ce l’hai fatta.
  • Fai una promessa: approfitta del fatto di avere scoperto una forza di cui ignoravi l’esistenza per dire a te stesso che, d’ora in poi, la userai per il resto dei tuoi giorni. Preferibilmente, prometti anche di scoprire un’altra montagna e di partire per una nuova avventura.
  • Racconta la tua storia: sì, racconta la tua storia. Dai il tuo esempio. Di’ a tutti che è possibile, e altri avranno il coraggio di affrontare le proprie montagne.

Ciao quasi gemello, come mi chiamavi tu, chi muore Vivendo il proprio sogno, non morirà mai, vivrà in eterno....mi piace pensarti felice, ricordo qs estate, con il Don, prima che venisse trasferito...si parlava di Vita, di Morte...tu rispondesti là, fra le mie cime...quasi una premonizione...ciao, preparami una cordata, le scaleremo insieme dall'altra parte...ciao, Ti Voglio Bene, zuccone che non sei altro!!!!!!!!!!!!

sabato 15 ottobre 2011

LUNA



...ancora quasi piena, in qs notte colma di stelle...mi par quasi di sentirti ululare, lupo...la tua volpe ti lancia uno sguardo come solo tu sai ed una buonanotte attraverso il cielo e queste stelle...

The wolf and the fox
They're sleeping soundly with the elk and the ox
There's a starry field around
This lowlit kingdom
Where all our defences are down

giovedì 13 ottobre 2011

BABY CLOSE YOUR EYES




Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà

anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

Nazim Hikmet

mercoledì 12 ottobre 2011

"SI PUO' FARE DELLA VITA, UN AUTENTICO CAPOLAVORO".





"Vogliamo parlare della libertà e del suo esercizio. L'esercizio della libertà consiste nella capacità di assumere innanzitutto la cura di sè stessi, di scegliere, di prendere delle decisioni e di restarvi fedeli. Decidere significa leggere la realtà con il pensiero per interpretare, valutare, stabilire connessioni, distinguere, astrarre.

L'atto della decisione non può essere lasciato agli altri, ma neanche all'impulso del momento e all'emozione. Esige l'esercizio della riflessione e del discernimento. Solo così potremo evitare il rischio in cui oggi è facile incorrere: di restare degli eterni indecisi che si bloccano con una infinità serie di possibilità senza alcun "aut-aut" che costringa a scegliere e conduca così ciascuno a dare forma precisa e personale alla propria umanità.

Lo sappiamo bene, anche decidere è un'operazione dolorosa perchè comporta dire dei no, tralasciare delle possibilità, comporta rinunce, riconoscere che il tutto non è alla nostra portata e che i limiti sono l'alveo al cui interno soltanto può avvenire la nostra libertà. Ma chiunque opera delle scelte significative per la propria vita (scegliere un certo tipo di scuola, un certo lavoro, un modo di vivere) non lo fa pensando agli infiniti "no" (ad altre scuole, ad altri lavori ad altri modi di vivere) che di fatto dice, ma solo al sì che lo porta privilegiare una cosa rispetto ad un'altra.

E qui occorre ricordare che la libertà non è mancanza di vincoli ma è sempre libertà all'interno di legami e di limiti. La libertà non coincide con ciò che è più facile o immediato, ma esige una disciplina, un ordine. L'uomo libero è colui che sa determinarsi in modo libero a certe azioni e che sempre rispetta la libertà degli altri. 

Può forse sembrare difficile tutto questo, ma è il modo con cui si può fare della vita un autentico capolavoro, un'opera d'arte, rifuggendo la tentazione del nichilismo, del ripiegamento su di sè, della cultura della sopravvivenza senza alcuna progettualità. Questo lavoro è umano, è umanissimo e attende tutti noi. Ne dipende la nostra felicità e il nostro futuro, ma anche la nostra capacità di vivere con gli altri."
Enzo Bianchi

...questa sera, la farei volentieri una galoppata sulla spiaggia, poi davanti ad un falò, mi sdraierei ad accarezzare le stelle con lo sguardo...e potrei ascoltarti tutta la notte parlarmi degli angeli...

domenica 9 ottobre 2011

DOMENICA D'AUTUNNO



E ti rialzerò, 
ti solleverò su ali d'aquila ti reggerò 
sulla brezza dell'alba ti farò brillar 
come il sole, 
così nelle mie mani vivrai.

...e qs domenica d'autunno, così limpida luminosa e con qs aria che profuma di freddo e di sole, è cominciata con qs canto che mi ha sempre commosso e coinvolto molto, al punto d'averlo scelto, in un tempo lontano come simbolo...è proseguita con mani voluttuose che hanno impastato, accarezzato, con morbidezza ed energia, impasti e calore...è continuata con profumi di boschi e resina, campi a perdita d'occhio e vigne nude, ormai rapite dai frutti, profumi di mosto e spillature...si è conclusa in silenzio, ferma, in attesa, con le antenne tese a cogliere ogni perchè ogni sfumatura, una domenica mai sazia, ingorda e vuota, colma di realtà e di desideri, di consapevolezze e di illusioni, di anime affamate e sensazioni quiete, di pensieri oltre e di certezze piene, di domande senza risposta e di risposte che arrivano senza domande...una domenica così, nè la prima, nè l'ultima...finalmente una domenica di vero autunno, di qs mese che sento intimamente mio, che mi fa riscoprire il piacere dell'aria fresca, della pioggia, delle foglie cariche dei mille colori del sole che tornano alla terra, colmo di profumi caldi, da sottobosco, umido e legna, mi lascia correre i pensieri...ad un tratto mi ritrovo qui, davanti al buio di qs notte ancora più fresca, mi prende la voglia di farmi un giro in auto, come tetto le stelle, ma poi lo so, le luci mi rapirebbero e mi prenderebbe la voglia...basta, è tardi, chiudo la finestra, domenica è finita, domani è già lunedì...sempre che il mondo non finisca stanotte, sempre che le nostre Anime volino, sempre che...tutto può succedere in una notte come questa, Sempre :*

venerdì 7 ottobre 2011

THE ANSWER...


...MY FRIEND IS BLOWIN' IN THE
WIND!

GLI OCEANI SONO FIGLI DELLE COMETE





....beh poteva essere diversamente?!


"Dagli studi risulta che la cometa Hartley 2 sia praticamente un enorme iceberg di ghiaccio composto da acqua di mare. 
Sembrerebbe che a raffreddare e a ricoprire gran parte degli oceani del nostro pianeta siano state proprio queste comete che impattando con esso si sono sciolte generando come un diluvio universale, gli oceani e la vita primordiale.
La cometa Hartley 2 proviene dalla fascia di Kuiper che si trova oltre l'orbita di Nettuno, ai confini del sistema solare. Questa remota regione del sistema solare, da 30 a 50 volte più lontana della distanza tra la Terra e il Sole, è la patria di ghiaccio, corpi rocciosi (tra cui il pianetoide Plutone), pianeti nani e innumerevoli comete."

giovedì 6 ottobre 2011

STEVE




"Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.

La prima storia parla di “unire i puntini”.

Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?
Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.

Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio:
il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.
Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete… questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia parla di amore e di perdita.
Fui molto fortunato – ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni… quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.
Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.
Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.
La mia terza storia parla della morte.
Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto – tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento – sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.
Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.
Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale:
Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.
Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli."





Ho sempre ammirato molto qs Uomo, capace di essere un concreto Visionario, un Uomo che ha avuto la Volontà di realizzare i suoi Sogni, trasformandoli in una realtà che prima non esisteva...oltre vent'anni fa ho incontrato un ragazzo che aveva visioni, sogni e le sparava grosse...io come tanti non gli ho mai creduto molto...dopo tanto tempo, ha saputo dimostrarmi, diventando Uomo, che credere nei propri sogni per creare una realtà Bella in cui vivere, non è impossibile, bisogna crederci ciecamente, fino in fondo, non arrendersi mai e perseguire la strada fino alla fine...ed è riuscito, ancora una volta, a coinvolgermi nei suoi obiettivi, nella sua Vita, a farmi riscoprire i miei...e come dice Z.M., a far emergere la parte più bella di me. 

mercoledì 5 ottobre 2011

MOLTO DI PIU'





"No importa que no te tenga,
no importa que no te vea.
Antes te abrazaba, antes te miraba,
te buscaba toda, te quería entera.
Hoy ya no les pido,ni a manos ni a ojos,
las últimas pruebas.
Estar a mi lado te pedía antes;
sí, junto a mí, sí, sí, pero allí fuera.
Y me contentaba sentir que tus manos,
me daban tus manos,sentir que a mis ojos
les debas presencia.
Lo que ahora te pido es más, mucho más,
que beso o mirada: es que estés más cerca
de mí mismo, dentro.
Como el viento está invisible, dando
su vida a la vela.
Como está la luz quieta, fija, inmóvil,
sirviendo de centro que nunca vacila
al trémulo cuerpo de llama que tiembla.
Como está la estrella, presente y segura,
sin voz y sin tacto, en el pecho abierto,
sereno, del lago.
Lo que yo te pido es sólo que seas
alma de mi ánima, sangre de mi sangre
dentro de las venas.
Es que estés en mí como el corazón
mío que jamás veré, tocaré,
y cuyos latidos no se cansan nunca
de darme mi vida hasta que me muera.
Como el esqueleto, el secreto hondo
de mi ser, que sólo me verá la tierra,
pero que en el mundo es el que se encarga
de llevar mi peso de carne y de sueño,
de gozo y de pena misteriosamente
sin que haya unos ojos que jamás le vean.
Lo que yo te pido es que la corpórea
pasajera ausencia no nos sea olvido,
ni fuga, ni falta: sino que me sea
posesión total del alma lejana,
eterna presencia." Pedro Salinas



"Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla vela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza."

Pedro Salinas


Ambisco ad averti presenza viva, da toccare e con cui condividere, ma ora non abbiamo più sassi che ci trattengono, ora possiamo solo volare...e voleremo, in presenza ed assenza, da qui si può solo salire, sempre più in alto, insieme, indivisibili, comunque, a pesar de todo...non smettere d'aspettarmi, mai...sai che arriverò.

sabato 1 ottobre 2011

CAPITOLI DELLA VITA



...commentando il post di Viola (giorno dopo giorno) sul nido vuoto, mi sono fermata a riflettere sul fatto che in fondo la Vita,  sia paragonabile ad un libro, e che ogni capitolo ci possa riservare sempre qualcosa di bello...a noi leggerlo intensamente tutto, dalla prima all'ultima pagina, fermarci compiaciuti a rileggere alcune righe piene di attimi che valeva la pena  vivere intensamente, scorrere via veloci le pagine più tristi, ma non saltarle, vivere anche il dolore sapendo che poi si girerà pagina, ed un nuovo capitolo ci aspetterà...riuscire ad assaporare con gioia e con l'entusiasmo stupito e gioioso dei bambini ogni pagina, ogni riga...lasciamoci coinvolgere dal nostro romanzo personale, è unico ed irripetibile, come ognuno di noi.

PERCHE' C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA....



Perché c'è sempre una prima volta, una primavera, una prima vera notte d'insonnia d'amore che ci rimane sotto pelle. 
Un primo giorno in cui impariamo a riconoscere la direzione del vento. 
Un primo momento che ci porta in un luogo in cui non sappiamo di andare e poi ci siamo, improvvisamente, senza averlo previsto. 
La prima volta che abbiamo davvero paura e la prima volta che ridiamo al buio. 
La prima volta che assaggiamo una vita infilando il dito nei suoi imperfetti particolari. 
La prima volta che scopriamo il mare dove non c'è perché ce l'abbiamo negli occhi dello stupore. (M.Bisotti)
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